Giovani caregiver: consigli per l'uso

Secondo una stima del 2011, i giovani caregiver italiani sono più di 170.000: il fenomeno è dunque molto diffuso sebbene non vi siano dati raccolti sistematicamente.
Questi giovani caregiver familiari, hanno un’età al di sotto dei 25 anni e si prendono cura di un parente con disabilità fisica o psichica.
Per assolvere a questo compito, sono spesso costretti a rinunciare agli spazi di socialità, allo studio, alla ricerca di lavoro. Un problema poco conosciuto, ma con un impatto sociale molto importante.
 

Minori e giovani adulti


A discapito dell’età, i giovani caregiver si ritrovano a gestire grandi responsabilità. La difficoltà è acuita quando si tratta di bambini e adolescenti di età inferiore ai 18 anni, che devono provvedere alla salute fisica o mentale di un familiare, alla somministrazione delle terapie, alle incombenze quotidiane.
Su questi giovani non pesano solo l’impatto psicologico della cura del disabile e talvolta il senso di impotenza, ma c’è anche un risvolto pratico nella loro condizione.

L’impegno necessario per fornire assistenza al familiare li porta spesso a non poter sopperire agli obblighi scolastici. Anche la ricerca del lavoro viene spesso impedita, così come diventa impossibile sviluppare una vita sociale e di relazioni normale, al pari di quella degli altri loro coetanei.
D’altro canto, la responsabilità di cui sono caricati i giovani caregiver ha anche effetti positivi sullo sviluppo della loro personalità. Tendono ad essere maturi, sensibili, altruisti e a sviluppare una serie di competenze, anche relazionali e emotive, che possono rappresentare un plus nel momento della ricerca di lavoro. Tuttavia, tra questi ragazzi è molto diffuso il senso di solitudine di fronte a un impegno troppo grande. 
 

Consigli per i giovani caregiver


Che esista un esercito di ragazzi che affrontano quotidianamente questa condizione è forse poco noto. All’impatto sulla vita personale, si somma l’impatto sociale di un fenomeno così ampio.
Lo stile di vita che i giovani caregiver conducono e lo stress che sono costretti a gestire, li obbligano a mettere in campo una serie di strategie psicologiche per sviluppare la resilienza. Come fare?
Un primo importante consiglio che si può dare a un ragazzo che si prende cura di un familiare è quello di confrontarsi con gli altri giovani nella sua stessa situazione. Condividere le proprie sensazioni, i dubbi, le paure, le frustrazioni può aiutare a sentirsi meno soli e a comprendere più a fondo la propria condizione
Ancora, per il giovane caregiver è importante anche il supporto di uno psicologo: la situazione di stress protratta nel tempo può avere ripercussioni. Rivolgersi a un professionista è un modo per armarsi di strategie per far fronte alla situazione.

Infine, un ultimo consiglio è quello di rivolgersi alle associazioni che creano iniziative appositamente dedicate ai caregiver. L’impegno di queste associazioni va in varie direzioni: dalla creazione di gruppi di mutuo aiuto, alla formazione professionale dedicata, che valorizzi le esperienze vissute come caregiver, trasformando una condizione di disagio in un punto di forza per il futuro.
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