Disfunzioni della tiroide nell'uomo: sintomi, cause e conseguenze

Le patologie legate alla tiroide sono fra le più diffuse nel mondo: si calcola che ne soffra oltre un miliardo di persone, sei milioni solo in Italia. Colpiscono in grande maggioranza le donne, anche a causa di una relazione profonda con la gravidanza e la crescita del bambino. Ma si registrano sempre più casi di disfunzioni tiroidee anche negli uomini
 

Le problematiche legate alla tiroide

La tiroide secerne ormoni molto importanti per il buon funzionamento del corpo: l’ormone tiroideo T3 (Triiodotironina) e la TV (Tiroxina). Ma in alcuni casi può produrne troppi, dando origine all’ipertiroidismo, oppure troppo pochi, causando ipotiroidismo. Spesso nelle sue fasi iniziali la disfunzione è asintomatica, ma quando è ormai sviluppata può dare luogo a questi sintomi:
  • in caso di ipertiroidismo, improvvisa perdita di peso con aumento di appetito, insonnia, iperattività, tremori, ansia, depressione, sudorazione elevata, apatia, esoftalmo (protrusione degli occhi), tachicardia e palpitazioni, gozzo, affaticabilità
  • in caso di ipotiroidismo, aumento di peso anomalo, sonnolenza, stipsi, sensibilità al freddo, crampi muscolari, fragilità dei capelli, rallentamento della frequenza cardiaca, secchezza della pelle, depressione, problemi di memoria e di eloquio



Le cause più frequenti di disfunzioni tiroidee nell’uomo


All’origine dell’ipertiroidismo possono esservi:
  • morbo di Basedow-Graves, patologia autoimmune che rende la tiroide un corpo estraneo per il sistema immunitario. Gli anticorpi attaccano la ghiandola e in particolare il recettore TSH, con la conseguente produzione di ormoni tiroidei in eccesso. Spesso si manifesta con aumento delle dimensioni della tiroide e formazione del gozzo, nonché in molti casi anche con la protrusione e l’infiammazione del bulbo oculare. La predisposizione genetica è certamente una delle più diffuse cause di questa malattia, che in genere si presenta più frequentemente nelle donne
  • gozzo multinodulare tossico, che si manifesta attraverso la presenza di uno o più noduli tiroidei raggruppati. Questi noduli modificano quello che dovrebbe essere il normale aspetto della ghiandola e producono ormoni a loro volta, il che li associa a un’attività sovrabbondante della tiroide e di conseguenza all’ipertiroidismo
  • morbo di Plummer (adenoma tossico iperfunzionante), una neoplasia benigna che vede la formazione di noduli adenomatosi all’interno della tiroide
  • tiroidite di De Quervain o tiroidite subacuta, infiammazione della ghiandola che provoca la produzione eccessiva di ormoni, spesso preceduta da un’infezione virale 
  • assunzione di integratori alimentari di iodio o farmaci come l’amiodarone (per le aritmie cardiache), in quanto lo iodio costituisce l’elemento essenziali degli ormoni T3 e T4 
Per quanto riguarda invece l’ipotiroidismo, è stata individuata una principale causa del suo sviluppo nell’uomo. La tiroidite di Hashimoto è una patologia autoimmune e la più comune fra le tiroiditi: in una prima fase provoca un ipertiroidismo che nella maggior parte dei casi si evolve in ipotiroidismo.



Le possibili conseguenze di una disfunzione tiroidea non trattata


Gli ormoni tiroidei fungono da regolatori di diverse funzioni dell’organismo: fra queste, produzione di proteine, ossigeno nelle cellule, frequenza cardiaca, consumo di calorie, fertilità, regolazione della temperatura corporea. Ecco perché è importante tenere sotto stretto controllo il funzionamento della ghiandola ed eventuali anomalie.

L’ipertiroidismo non trattato può quindi danneggiare indirettamente la salute dell’intero corpo, che deve rispondere alle varie conseguenze della disfunzione. Alla tachicardia i ventricoli reagiscono con uno sforzo maggiore, con un più alto rischio di sviluppare problemi cardiovascolari. All’accelerazione del metabolismo corrisponde un dimagrimento rapido che può indebolire la struttura corporea, in particolare le ossa. La qualità della vita è talvolta compromessa dall’ansia e dal nervosismo, soprattutto se accompagnati da altri disturbi di tipo psichiatrico. L’ipotiroidismo, se non curato, può infine dare origine nel corso del tempo a patologie di tipo generativo anche molto gravi.
 


L’impatto sulla sessualità


Le disfunzioni tiroidee nell’uomo si manifestano anche con un calo della libido, soprattutto nei soggetti ipotiroidei. Questa condizione, che può influenzare il benessere generale della persona, è talvolta associata anche a eiaculazione ritardata, minore quantità di sperma e disfunzione erettile. Quando infatti l’attività della tiroide è scarsa, si può verificare una produzione maggiore di prolattina, un ormone che va a ridurre i livelli di testosterone.

I soggetti ipertiroidei sono invece interessati da altre problematiche: in particolare, il 50% soffre di eiaculazione precoce, a causa dell’accresciuta attività del sistema adrenergico. 
 


L’importanza della diagnosi


Di fronte ai primi sintomi, è importante confrontarsi con il proprio medico e se necessario sottoporsi agli esami di accertamento opportuni:
  • esami del sangue per determinare i livelli di ormoni tiroidei
  • ecografia per analizzare struttura e dimensioni della tiroide ed eventualmente individuare la presenza di noduli
  • scintigrafia, che consente di riconoscere le diverse tipologie di nodulo
  • eventuale biopsia per identificare con certezza la presenza di cellule cancerose
 
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