Testimonianza: come sono riuscito a perdere cento chili

Quando ho raggiunto i 210 chili ho toccato davvero il fondo. E ho capito che per rinascere dovevo vincere la mia partita contro l'obesità. Ho cominciato ad accumulare chili su chili quando, dopo un infortunio in campo che mi ha causato la rottura di tibia e perone, ho smesso di giocare a pallacanestro. Avevo 18 anni. Prima di allora giocavo a basket a livello agonistico, in serie C1, facevo cinque ore di allenamento al giorno. Ero in piena forma: pesavo 82 chili per 1 metro e 86 di altezza.

Dopo l'incidente non sono più riuscito a scendere in campo: ero psicologicamente bloccato. E così ho smesso dì praticare sport e ho sfogato la mia frustrazione mangiando. Col risultato di ingrassare progressivamente: 10 chili ogni anno. Di tanto in tanto ho provato anche a seguire qualche dieta: a volte sono riuscito a dimagrire anche 30 chili, per poi però riprenderne 35 l'anno successivo. Insomma, un'altalena. Anche emotiva, perché essere gravemente obeso ti pone di fronte all'imbarazzo di riconoscerti in un corpo ingombrante. Ma non solo. Portarti dietro una massa corporea esagerata sottopone il tuo organismo a un super lavoro che nuoce alla salute e così ho dovuto convivere con una serie di complicanze: il diabete fisso a 287, la pressione alta fino a 160, le gambe gonfie a causa della cattiva circolazione e una continua aritmia a causa dell'ingrossamento del cuore. Tanto che perfino lavorare è diventato faticoso e nei mesi estivi in particolare è diventato impossibile: sono agente di commercio e da giugno a settembre uscire, camminare e incontrare i clienti sotto la morsa del caldo era massacrante, oltre che imbarazzante per l'eccessiva sudorazione. Ingomma, è diventato sempre più difficile relazionarmi con le persone e così via via la mia autostima ha cominciato a vacillare.

Alla lunga, sì è innescato un circolo vizioso: stavo male per i chili di troppo e sfogavo il mio disagio mangiando. E la sedentarietà l'ha fatta da padrona, accentuando ancora di più il problema.

"Mi sono operato per me e per mio figlio"
A 45 anni c'è stata poi la svolta. Ho avuto un altro incidente, questa volta con la moto, e uno scompenso cardiaco. Ho avuto davvero paura. Ho temuto soprattutto che quei chili di troppo potessero portar via il padre a mio figlio. E così ho deciso che era venuto il momento di cambiare le cose. È stato un carissimo amico a parlarmi della possibilità di operarmi. Di sottopormi cioè a un intervento chirurgico di riduzione dello stomaco. E così è stato. Ho iniziato un percorso di cura con diversi specialisti, dal nutrizionista al chirurgo bariatrico presso Villa Lucia Hospital di Conversano a Bari.
Innanzitutto ho dovuto perdere peso, 30 chili, per ridurre il rischio di complicanze legate all'anestesia. Ce l'ho fatta perché avevo uno scopo chiaro: volevo stare bene per mio figlio, per mia moglie e, naturalmente, per me.

"Anche il cuore è tornato nella norma"

Sono stato operato il 24 aprile del 2017 con tecnica sleeve gastrectomy a Villa Lucia Hospital. Un giorno che rappresenta una rinascita. Perché di fatto mi è cambiata la vita. Adesso infatti sto bene. Il cuore è tornato nella norma e tutte le patologie correlate alla grave obesità si sono stabilizzate. Ho ripreso a praticare sport, vado a correre la mattina presto nella splendida villa comunale di Castellammare di Stabia, e ho vogl ia di passeggiare con mio figlio. Non mi vergogno più. Peso 110 chili e sono determinato a raggiungere il mio peso forma: 90 chili.

 
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