Mal di gola: quando è il reflusso a provocarlo
Uno dei sintomi più comuni collegati al
reflusso gastroesofageo è senza dubbio
la secchezza della gola: la correlazione tra i due fenomeni viene comunemente diagnosticata nel corso delle ordinarie visite otorinolaringoiatriche. A provocare questo malessere sono
gli acidi gastrici che risalendo verso la bocca determinano irritazione sulle mucose e suscitano quella spiacevole sensazione di bocca amara insieme a una fastidiosa tosse secca.
Tipica manifestazione patologica legata al riflusso può essere la comune
faringite, che, se ricorrente, può richiedere un trattamento terapeutico antibiotico.
Frequente è anche la
difficoltà a deglutire, che, se collegata al reflusso, non risulta regolare nel paziente, ma si ripresenta dopo periodi di latenza in relazione al disturbo scatenante. Effetti più gravi del reflusso gastroesofageo possono invece essere
lesioni alle corde vocali, dovute al continuo passaggio di acidi provenienti dall’apparato digerente e tali a provocare forti raucedini, cronici abbassamenti di voce e modifica della tonalità.
Un altro effetto del reflusso può essere
la tosse persistente con dolore nella zona dello sterno, che può emergere senza fuoriuscita di catarro: in questi casi, grande maggioranza dei pazienti affetti ha confermato di soffrire di reflusso senza particolari sintomi in evidenza. Tali manifestazioni possono derivare anche da uno stato di
stress straordinario a cui il paziente è momentaneamente sottoposto. La sottovalutazione di malanni quali
raucedini o leggeri pruriti può portare, nel tempo, a danni più gravi soprattutto per quei pazienti che svolgono lavori a contatto con altre persone. Talvolta, può essere necessario rivolgersi a uno psicologo per superare definitivamente il disturbo.
Come si può intervenire?
Per mantenere la gola al riparo da questo genere di disturbi - e prevenirne le conseguenze - è bene ricorrere ad alcuni
semplici accorgimenti nella vita di tutti i giorni, a cominciare dal normale utilizzo di un umidificatore vicino ai termosifoni fino ai
gargarismi con acqua salata e tiepida, ideale per ridurre lo stato di irritazione. È possibile anche mescolare acqua e aceto di mele – in piccola quantità, appena un cucchiaio – per alleviare le mucose. Ancora, per combattere la secchezza di gola derivante da reflusso gastroesofageo, si può ricorrere a un preparato di
limone e miele (non più di due cucchiaini) disciolti in acqua calda.
Il reflusso gastrico può suscitare anche la formazione di accumuli di catarro sulle vie respiratorie. Ecco perché spesso viene somministrata una terapia antiacida farmacologica insieme a qualche
rimedio antisecretivo, per contrastare l’arrossamento delle terminazioni faringee, da assumere prima di coricarsi. La quantità prescritta viene poi dimezzata dopo un mese. Tra le pratiche domestiche favorevoli, infine, viene inclusa di regola anche
l’aerosol, da svolgere tassativamente ogni 24 ore per tre settimane almeno.
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