Celiachia: l’intolleranza alimentare più diffusa a tutte le età
Le intolleranze alimentari – secondo un’indagine del Ministero della Salute – sono in aumento. La più diffusa è la
celiachia, inserita, in base ai nuovi Lea approvati di recente dal Parlamento, tra le patologie croniche invalidanti. Il provvedimento conferma la maggiore attenzione e sensibilizzazione al disturbo, anche da parte del personale medico sanitario, tanto è vero che negli ultimi otto anni il numero delle diagnosi si è triplicato, passando dalle 64.398 del 2007 alle 182.858 registrate nel 2015.
Nonostante la larga diffusione, le intolleranze alimentari disturbi
spesso vengono confusi con malesseri generici magari riconducibili a cattive abitudini a tavola o altre volte sono
associate a forme allergiche. E’ importante invece riconoscere e distinguere i segnali del corpo in presenza di un alimento che provoca intolleranza nell’organismo.
Intolleranza o allergia?
Va precisato che l’intolleranza alimentare si manifesta quando
il corpo non riesce a metabolizzare un alimento o un componente di esso che, a lungo andare, causa disturbi cronici a livello gastrointestinale, dermatologico e respiratorio.
L’allergia alimentare è invece una risposta immediata del sistema immunitario, in particolare del sangue a sostanze irritanti (allergene) come quelle presenti in alcuni cibi, come
latte, fragole, uova, crostacei e molluschi, frutti di bosco, pomodori, banane, kiwi che portano alla produzione di speciali anticorpi Ig E. I sintomi immediati possono essere di tipo cutaneo e/o respiratorio.
Celiachia: l’intolleranza più diffusa
La celiachia è
un’intolleranza permanente al glutine, proteina presente nel frumento e in altri cereali. Il glutine è una sostanza che si ritrova in tutte le farine e in tutti gli alimenti come pasta, pane, pizza e biscotti.
Sono più di
172 mila le persone, in particolare donne, colpite in Italia da questa problematica che determina una infiammazione cronica dell’intestino. Nello specifico la celiachia riduce la presenza dei villi intestinali, parti essenziali della mucosa intestinale che assorbe le sostanze nutritive dei vari alimenti ingeriti. Nell’individuo celiaco, la regressione dei villi causa scompensi e malnutrizione. In genere alla base del disturbo c’è una predisposizione genetica.
I sintomi
Diversamente da quanto si è sempre pensato,
la celiachia non si manifesta più solo nell’età infantile, ma sono sempre più frequenti i casi in cui insorge da adulti. Le manifestazioni classiche riguardano l’apparato gastrointestinale e sono: diarrea, vomito, e addome gonfio, a cui si aggiunge atrofia muscolare e mancato accrescimento nei bambini. Esistono tuttavia anche sintomi che colpiscono altri organi e tessuti come: orticaria, dermatite, carenza di smalto ai denti, stomatite ricorrente, disturbi in gravidanza e ancora stanchezza cronica e anemia.
La diagnosi
Il primo step per la diagnosi di celiachia è il sospetto clinico posto dal medico curante in seguito al riscontro di segni e sintomi. Nelle persone “a rischio” come i familiari di I grado (genitori, fratelli/sorelle, figli/ie) di soggetti celiaci, coloro che sono affetti da patologie autoimmuni, sindrome di Down, sindrome di Turner e sindrome di Williams è opportuno eseguire uno screening periodico della celiachia mediante dosaggio degli anticorpi antitransglutaminasi nel sangue periferico.
Se l’esito de test è positivo si procede con una biopsia dell’intestino tenue con il quale si analizzano frammenti di tessuto.
Dopo la diagnosi è fondamentale seguire
una dieta corretta con l’ausilio di uno specialista che possa insegnare al celiaco come leggere le etichette degli alimenti e come diventare attento ai cibi assunti quotidianamente, per difendersi da ulteriori problemi di salute.
RESTA INFORMATO.
Una corretta e costante informazione è alla base di ogni cura.
Ricevi i nostri aggiornamenti via email!