Carcinoma basocellulare: cosa sapere sul tumore più diffuso

Il carcinoma basocellulare è il tumore maligno più diffuso in assoluto. Si tratta di un tumore della pelle, che in genere non provoca metastasi e non interessa i linfonodi. Si sviluppa per una crescita anomala delle cellule epidermiche, in modo asintomatico. In molti casi, è curabile se diagnosticato per tempo.

Ne parla il Dott. Antonio Ascari Raccagni, dermatologo del Maria Cecilia Hospital di Cotignola e di altre strutture ospedaliere del network GVM Care & Research, e docente presso il Master in Chirurgia Dermatologica dell'Università di Siena.

Come si manifesta il carcinoma basocellulare?

In genere il carcinoma basocellulare si sviluppa nelle aree del corpo più esposte alla luce solare: naso, orecchie, mani, viso ecc.
L’aspetto però può variare di paziente in paziente. Alcune delle manifestazioni più comuni sono:
  • ferite ulcerose;
  • macchie rosse;
  • noduli traslucidi;
  • cicatrici con margini rialzati;
  • sovrainfezioni;
  • crostosi;
  • prurito;
  • sanguinamento;
  • pigmentazione, nel caso di pazienti con pelle più scura.
Se non trattato, il carcinoma basocellulare può ingrandirsi sia in profondità che in larghezza, danneggiando i tessuti cutanei e arrivando fino alle ossa.

Quanto è importante una diagnosi tempestiva?

La diagnosi tempestiva è importante per iniziare il prima possibile il trattamento. Infatti, più tardi si interviene più aumenta il rischio di recidive e di diffusione del tumore ad altre parti del corpo, peggiorando i rischi per il paziente.
Con diagnosi e trattamento precoce, invece, il carcinoma basocellulare viene in genere trattato con esiti positivi.

Si può prevenire?

La prevenzione punta alla diagnosi precoce, appunto. Se si osservano lesioni cutanee, con ulcerazioni che tendono a guarire e poi ripresentarsi, è opportuno rivolgersi subito al dermatologo.
Per questo è buona norma controllare di tanto in tanto la cute, soprattutto viso, orecchie, naso, collo, petto, spalle e tutte le aree più esposte alla luce del sole.

Ecco i campanelli d’allarme che possono far supporre la presenza di un carcinoma basocellulare:
  • lesioni che non guariscono, sanguinano, e sono ricoperte da croste o pus;
  • aree arrossate o irritate superficialmente, con crosticine anche asintomatiche;
  • noduli traslucidi o trasparenti; lesioni pigmentate di colore scuro (nero o marrone);
  • lesioni cicatriziali con margini rotondeggianti e rialzati e con una piccola depressione nella porzione centrale, talvolta con croste e con vasi sanguigni superficiali;
  • lesioni cicatriziali di colore pallido con contorni poco definiti.

Quali sono i fattori di rischio?

Alcuni fattori di rischio per il carcinoma basocellulare sono:
  • la forte esposizione ai raggi del sole o alle lampade abbronzanti;
  • aver avuto un carcinoma a cellule squamose o un melanoma;
  • avere più di 50 anni;
  • soffrire di infezioni o infiammazioni cutanee croniche.
Gli uomini sono più colpiti rispetto alle donne. Inoltre, il carcinoma basocellulare predilige come sedi ustioni e cicatrici di vecchia data.

In che cosa consiste il trattamento?

Come già detto, il trattamento tempestivo è più efficace. Una diagnosi tardiva, oltre che esporre il paziente a rischi aumentati, richiede anche trattamenti più complessi.

Nelle forme diagnosticate precocemente si interviene con un trattamento chirurgico ambulatoriale in anestesia locale, che consiste nel rimuovere con il bisturi l’area lesionata e alcuni millimetri di pelle sana intorno alla lesione. Parte del tessuto asportato viene sottoposto a biopsia e esame istologico. Se risultano ancora presenti cellule tumorali, si interviene con un’asportazione più ampia dei tessuti circostanti. I tassi di guarigione sono superiori al 95%.

In alcuni casi selezionati si utilizza una tecnica chiamata Mohs, che consiste nel rimuovere il tumore visibile e un margine molto ridotto dei tessuti circostanti. Si esegue poi l’esame microscopico per verificare che non ci siano più cellule tumorali. Il processo può essere ripetuto fino a che l’area non risulta libera dal carcinoma basocellulare. La ferita viene poi suturata o lasciata guarire.

La tecnica di Mohs (o una tecnica simile chiamata Mohs differita) è costosa e complessa. Si usa di solito per aree specifiche come contorno occhi, naso, labbra, orecchie, cuoio capelluto, dita delle mani o genitali. Può essere usata anche nei carcinomi basocellulari molto estesi, particolarmente aggressivi o rapidi nello sviluppo e sulle recidive.

Altre terapie sono:
  • Curettage e Diatermocoagulazione: consiste nell’asportazione del carcinoma basocellulare con uno strumento affilato, la courette, seguita da diatermocoagulazione che blocca il sanguinamento e distrugge le cellule tumorali rimaste. Il trattamento è ripetibile, fino a quando non vengono eliminate tutte le cellule tumorali. Nel corso del trattamento è possibile inoltre prelevare dei tessuti per eseguire l’esame istologico. Questo trattamento lascia sul paziente una cicatrice circolare di colore tendente al bianco;
  • Crioterapia: l’azoto liquido congela e distrugge il carcinoma basocellulare. Subito dopo il trattamento si formano delle vesciche che poi guariscono senza esiti permanenti. Questa tecnica si usa per forme superficiali o per pazienti che tendono ad avere emorragie, o sui quali non può essere eseguita l’anestesia. Il tasso di guarigione non è alto come quello dell’intervento chirurgico, perciò si utilizza solo in casi selezionati;
  • Terapia laser: consiste nell’ablazione del carcinoma basocellulare attraverso laser. Questa tecnica si usa solo se non possono essere utilizzate altre terapie più efficaci;
  • Terapia fotodinamica (PDT): consiste nell’applicazione di una sostanza chimica sul carcinoma, che rende la lesione sensibile alla luce. In un secondo momento, si usa una luce blu per innescare la reazione chimica e distruggere il tumore. Questa terapia si usa solo su carcinomi superficiali e non invasivi;
  • Radioterapia: si tratta di una serie di trattamenti ripetuti nel tempo, con l’emissione di radiazioni X per distruggere il carcinoma senza ricorrere alla chirurgia. Si usa nel caso di carcinomi basocellulari dove la chirurgia non è indicata, o in pazienti fragili o anziani. Nei carcinomi basocellulari che coinvolgono sia la cute che i tessuti nervosi, la radioterapia si può combinare con la chirurgia;
  • Farmaci topici: il 5-fluorouracile (5-FU) - non ammesso in Italia per il trattamento del carcinoma basocellulare - el’Imiquimod sono creme da applicare direttamente sulla cute lesionata. Il 5-fluorouracile (5-FU) è un farmaco chemioterapico che distrugge le cellule tumorali. Imiquimod, invece, attiva una reazione immunitaria. In alcuni casi selezionati di carcinoma basocellulare si possono impiegare altri farmaci come gli inibitori di Hedgehog. Anche l’anticorpo monoclonale anti-PDI1 Cemiplimab sembra avere efficacia.
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Revisione medica a cura di: Dott. Antonio Ascari Raccagni
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