Come si riconosce l'intossicazione alimentare?
L’estate è il periodo più rischioso per le
intossicazioni alimentari. Il consumo di
alimenti crudi (pesce, carne)
o freschi come salse, latticini e la possibilità che la catena del freddo venga interrotta più facilmente, possono determinare la trasmissione di
microrganismi patogeni, che provocano sintomi di
malessere dell’apparato intestinale, come
mal di stomaco, diarrea, vomito, crampi addominali, febbre e, nei casi più gravi, blocco neuromuscolare.
Cos’è un’intossicazione alimentare?
L’intossicazione alimentare è una patologia causata dall’
ingestione di alimenti contaminati, mal conservati o preparati senza seguire le basilari norme igieniche. Le più comuni dipendono dall’
azione metabolica di microrganismi morti e si distinguono dalle
infezioni alimentari e dalle
tossinfezioni alimentari, che sono invece
causate da batteri, muffe, lieviti e virus vivi e attivi. Per semplicità, tuttavia, vengono chiamate “intossicazioni” tutte le forme patologiche determinate da contaminazioni alimentari.
Quali sono le cause?
Le contaminazioni alimentari possono avvenire in
qualsiasi fase del processo di produzione o lavorazione dei cibi (durante la macellazione per le carni, durante il lavaggio per frutta e verdura) e possono essere causate da diversi agenti:
- batteri ► interagiscono con le mucose del tubo digerente;
- miceti (muffe, funghi, lieviti, tossici o velenosi) ► possono generare gravi reazioni nell’organismo e nei casi più gravi portare anche alla morte;
- parassiti (protozoi, amebe, vermi) ► contaminano l’acqua e si nascondono nel terreno o nei tessuti muscolari, insediandosi in verdure, pesce o carni crude;
- virus ► il principale è quello dell’epatite A, che si diffonde attraverso l’acqua e i molluschi marini (cozze, ostriche, vongole);
- alghe ► in alcune aree del pianeta contaminano l’ecosistema con le loro tossine e si accumulano in pesci e grossi mammiferi marini;
- piante ► alcune piante producono tossine. La raccolta spontanea di erbe è una delle principali cause di intossicazione da piante;
- animali ► alcuni animali (pesci, molluschi) possono essere tossici se non manipolati correttamente.
Come capire se ho un’intossicazione?
I sintomi dell’intossicazione alimentare variano a seconda della
sostanza ingerita,
del quantitativo e
dell’agente responsabile dell’intossicazione che, come visto sopra, può essere una tossina, oppure un virus o un batterio.
I sintomi più diffusi, comuni a intossicazioni e tossinfezioni, sono:
vomito,
diarrea,
dissenteria e
dolori addominali. Talvolta possono presentarsi anche secchezza delle fauci, diplopia (visione doppia), difficoltà a comunicare e a deglutire, manifestazioni cutanee (rossore,
orticaria),
tachicardia,
cefalea, sudorazione e febbre.
Quanto durano gli effetti?
Gli effetti di un’intossicazione alimentare possono durare
da un minimo di qualche ora, fino a
qualche settimana, a seconda della quantità della sostanza ingerita e della concentrazione di tossine.
Quali alimenti possono provare più spesso l'intossicazione?
Specialmente durante l’estate, è fondamentale prestare attenzione ad alimenti che, se mal conservati, possono contenere batteri, tossine o virus. In particolare:
creme e salse contenenti uova (maionese, salsa rosa, ecc),
carne e derivati della carne,
frutti di mare,
latticini,
verdure crude non accuratamente lavate,
uova,
ghiaccio.
Come si previene?
I rischi di intossicazione e tossinfezione alimentare possono essere prevenuti adottando
alcuni semplici accorgimenti per la conservazione degli alimenti:
- igienizzare contenitori e scomparti della cucina in cui si tengono prodotti alimentari e utensili da cucina (posate, taglieri, piatti);
- lavare le mani dopo aver toccato la frutta e la verdura appena acquistate (potrebbero essere state lavate con acque contaminate da feci animali) o aver manipolato alimenti;
- cambiare con frequenza i canovacci per asciugare le mani e le spugnette per pulire i piatti e i piani della cucina;
- conservare gli avanzi in contenitori di vetro o sottovuoto, senza lasciarli in tegami o pentole;
- attendere che gli alimenti siano raffreddati completamente prima di porli in frigo perché alimenti caldi o tiepidi comportano un aumento della temperatura interna del frigorifero, che può provocare proliferazione di batteri;
- pulire le superfici interne del frigo con miscele di acqua e aceto, acqua e bicarbonato di sodio, o detersivi appositi;
- lavare sempre frutta e verdura, tenendole per 15 minuti in acqua con un cucchiaino di bicarbonato;
- non riporre la frutta lavata in frigo: potrebbe sviluppare batteri patogeni e contaminare il resto degli alimenti.
- lavare sempre anche la verdura in busta;
- conservare la carne in sacchetti per alimenti e riporla nei ripiani bassi del frigo. Consumarla entro 24 ore se macinata, entro 48 se di pollo o tacchino, entro 3 giorni se affettati o carne rossa non macinata;
- pulire ed eviscerare il pesce sotto acqua corrente, asciugarlo e conservarlo in un contenitore ermetico, da riporre sui piani bassi del frigorifero e consumare entro 24 ore;
- conservare latticini e uova in appositi contenitori e porli nel piano centrale del frigo. Le uova tenute nello sportello possono essere soggette a sbalzi di temperatura dovuti all’apertura e alla chiusura dello sportello.
- surgelare gli alimenti dopo averli porzionati e avvolti in pellicola o busta alimentare;
- scongelare gli alimenti sempre a temperatura di frigo, ma a temperatura ambiente;
- leggere sempre l’etichetta di scadenza dei prodotti;
- cuocere gli alimenti sopra i 120° per eliminare spore e batteri.
Cosa fare?
In caso di infezione o tossinfezione alimentare è consigliato:
- bere molta acqua, per reintegrare quella persa a causa di vomito, diarrea e sudorazione.
- reintrodurre gradualmente i cibi, cominciando con quelli secchi (cracker, fette biscottate, pane tostato) e con la frutta (mele e banane). Attendere che la fase acuta sia completamente passata prima di introdurre alimenti più grassi come formaggi, salumi o uova.
- evitare alcolici e caffè fino alla completa guarigione.
Quando è meglio consultare il medico
Bisogna rivolgersi al medico quando i sintomi di intossicazioni o tossinfezioni alimentari peggiorano o se si verificano:
- vomito o diarrea sanguinolenti;
- diarrea persistente per più di tre giorni;
- incapacità di trattenere liquidi nello stomaco;
- crampi addominali o dolore di severa entità;
- temperatura sopra i 38° C;
- sintomi di disidratazione (sete eccessiva, secchezza delle fauci, capogiri, debolezza, visione offuscata, occhi infossati).
RESTA INFORMATO.
Una corretta e costante informazione è alla base di ogni cura.
Ricevi i nostri aggiornamenti via email!