Parkinson: quali sono i sintomi iniziali

Il morbo di Parkinson presenta sintomi iniziali che possono essere identificati e condurre a una diagnosi tempestiva.

Perché si sviluppa il morbo di Parkinson?

Se le cause non sono ancora del tutto note, sono però state osservate alcune concause possibili e in particolare il legame con la dopamina: le strutture del sistema nervoso centrale deputate alla sua produzione degenerano con il passare del tempo, probabilmente a causa dello sviluppo dei corpi di Lewy. Fattori scatenanti possono essere fattori ambientali, traumi alla testa e aterosclerosi cerebrale. In genere, la malattia colpisce maggiormente gli uomini nei Paesi sviluppati, che lavorano nelle aree rurali e svolgono professioni agricole. Il rischio aumenta quando la patologia si è già sviluppata all’interno della famiglia e alcune forme sono ereditarie, a causa di mutazioni genetiche. Inoltre, al contrario di quanto accade per molte altre patologie, fattori di protezione contro il morbo di Parkinson sembrano essere una dieta ricca di grassi e il fumo di sigaretta.

Quali sono i primi sintomi del Parkinson?

Con il Parkinson, i sintomi iniziali in età adulta si presentano intorno ai 60 anni d’età. Nel 5-10% dei pazienti essi si manifestano prima dei 50 anni, mentre molto più raramente ciò accade addirittura prima dei 20: in quest’ultimo caso, si tratta di parkinsonismo giovanile.

I primi segnali di Parkinson non sono sempre gli stessi in ogni paziente. I più frequenti sono:
  • tremori inizialmente lievi, almeno nei due terzi dei soggetti. Indubbiamente il sintomo più noto, il tremore implica un’agitazione involontaria e ritmica di alcune parti del corpo. Di solito, interessa prima di tutto una mano, in seguito può espandersi a un piede, alla bocca e ad altre parti del corpo. Il tremore si fa evidente quando la mano è ferma (ad esempio appoggiata su un tavolo) o in condizioni di stress intenso. Tende invece a diminuire con il movimento volontario e a scomparire quando il paziente dorme
  • problemi di movimento, che si fanno lenti, più difficili e meno gestibili. Per questo, il paziente si muove sempre meno e le articolazioni ne risentono
  • iposmia o anosmia, fra i sintomi precoci di Parkinson meno prevedibili. La perdita parziale o completa dell’olfatto e in parte del gusto può manifestarsi anche molti anni prima rispetto agli altri segni
  • rigidità muscolare. L’alterazione dei segnali da parte del cervello fa sì che alcuni muscoli siano sempre contratti e tesi, fino a provocare debolezza e crampi. Ciò può portare all’inizio a sperimentare difficoltà nell’alzarsi da una sedia, oppure anche entrare nell’automobile, così come all’incapacità di muovere correttamente un braccio o una gamba
  • perdita di espressività facciale, anch’essa dovuta a un mancato controllo muscolare. Il paziente potrebbe mostrare uno sguardo vacuo o tenere la bocca spesso aperta
  • lentezza e difficoltà nel mantenere il filo del pensiero, nel parlare e nello scrivere. La grafia può farsi illeggibile o particolarmente piccola
  • stanchezza, irritabilità o depressione. In particolare, quest’ultima è spesso associata al morbo di Parkinson non solo in seguito alla diagnosi, ma fin da subito.
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Revisione medica a cura di: Dott. Giovanni Bianchedi
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