L’ospedale che verrà
Intervista tratta da Forbes / luglio 2024
Saranno gli
smart hospital a fornire i servizi sanitari ai pazienti di domani. Realtà che integreranno processi organizzativi e clinici innovativi e sempre più supportati dal digitale. In questo flusso, che avrà un impatto su milioni di cittadini, opera
GVM Servizi, azienda di GVM Care & Research, uno dei principali gruppi ospedalieri italiani, con oltre 11.800 dipendenti e 50 strutture sanitarie di alta specialità in Italia e all’estero, attivo nei settori della sanità, della ricerca, dell’industria biomedicale, delle cure termali e della longevità.
Per comprendere le sfide e le opportunità del settore,
Forbes ha intervistato Maria Cecilia Sansavini, amministratore delegata di GVM Servizi, ed è inoltre vice presidente di
Maria Cecilia Hospital, ospedale di alta specialità di Cotignola, in provincia di Ravenna e consigliere di amministrazione di
GVM Assistance, azienda del gruppo che eroga servizi di sanità digitali innovativi.
Qual è la missione di GVM Servizi all’interno del gruppo GVM Care & Research?
GVM Servizi si pone come
driver interno di governance e innovazione, sia per i nostri ospedali che per le società di servizi del network, con una vocazione all’integrazione di processo e all’adozione di nuovi modelli di efficientamento organizzativo, orientati alla digital health e alla creazione di Smart Hospital. È anche la realtà incaricata di
avviare e governare i processi di innovazione del gruppo, sostenendo lo sviluppo di una governance ispirata ai principi del change management.
La nostra visione si fonda sulla
centralità della persona, intesa sia come paziente che come operatore, entrambi attori del complesso processo di assistenza ed erogazione delle cure, da pensare come sistema integrato di flussi e dati. Tale processo richiede un grado elevato di digitalizzazione e di integrazione non solo sul piano informativo, ma anche su quello organizzativo.
Quali sono le conseguenze più significative dei processi di trasformazione digitale in questo contesto?
La trasformazione digitale ha richiesto
cambiamenti culturali significativi. L’adozione di nuovi processi organizzativi digitalizzati e l’introduzione dell’intelligenza artificiale nei modelli di supporto richiedono un cambiamento di mentalità e di prospettiva. Un esempio è l’esperienza sviluppata dall’
Ospedale San Carlo di Nancy di Roma nel percorso verso la certificazione di maturità digitale EMRAM di HIMSS, che sarà estesa a tutte le altre strutture del gruppo. Ciò non sarebbe possibile senza stabilire un patto etico nei confronti dei pazienti, e in generale di tutti gli stakeholder e della comunità.
Quali sono le sfide più complesse per il vostro settore?
La sfida più complessa e urgente rimane quella della
cyber security e delle strategie di prevenzione, rilevamento e risposta per
proteggere dagli attacchi informatici e garantire la sicurezza dei pazienti, la
continuità operativa e la
protezione dei dati sanitari. L’ambito sanitario è tra i più colpiti: tra il 2021 e il 2023 il 53% degli attacchi in Europa ha colpito provider sanitari, di cui il 42% ospedali.
In che modo la digitalizzazione può migliorare l’esperienza dei pazienti e del personale?
La trasformazione digitale è essenziale per
migliorare l’accessibilità, la qualità e l’equità delle cure nel sistema sanitario. La tecnologia gioca un ruolo chiave. Mi riferisco, ad esempio, alla piattaforma di telemedicina che abbiamo sviluppato per offrire servizi di videoconsulto, telemonitoraggio e assistenza domiciliare, che permette di garantire la continuità assistenziale anche in aree remote, oltre a un controllo periodico dei pazienti che hanno affidato il loro percorso di salute ai nostri ospedali.
Come possiamo immaginare uno smart hospital?
Il processo di digitalizzazione può
abbattere le barriere tra i professionisti della salute, facilitando la formulazione di piani terapeutici inclusivi e aprendo le porte a ospedali iperconnessi che mettono il paziente al centro e sono in grado di erogare percorsi di cura personalizzati, grazie a processi di gestione dei flussi tracciati e trasparenti. Uno smart hospital è una realtà dove l’
efficienza, l’automazione e la digitalizzazione diventano cruciali per migliorare la presa in carico globale del paziente. Il tutto a favore di un patient journey più integrato e di una politica di qualità sostenibile, inclusiva e attenta alle necessità di ogni persona, anche dal punto di vista dell’operatore sanitario.
In tal senso stiamo realizzando una piattaforma che consente di unire sanità e servizi, razionalizzando ogni servizio sul paziente, consentendo una gestione dei piani di lavoro in tempo reale, il contenimento del rischio clinico e un’attinenza precisa al percorso di cura.
Come vede il futuro della sanità digitale in Italia e quale ruolo intende giocare GVM in questo scenario?
Il vero punto di forza della sanità digitale è il
valore generato dai dati e dal loro corretto bilanciamento con gli indicatori clinici e di performance: da una parte la
digital health nella sua componente clinica, diagnostica e di ricerca, dall’altra le tecnologie digitali e
l’uso dei dati a supporto delle decisioni. Un patrimonio di grande valore sia per le attività di ricerca scientifica, anche in ottica di medicina predittiva e personalizzata, sia per un’attività di miglioramento continuo della governance di processo.
L’innovazione adottata da GVM Care & Research in entrambi i settori è fattore chiave per l’analisi di impatto ESG, in base a riduzione dell’impronta ecologica, efficienza energetica, accessibilità e inclusione, educazione alla salute e prevenzione, trasparenza e sicurezza dei dati, responsabilità e approccio etico, realizzando i goals dell’Agenda 2030 delle Nazioni unite. Siamo impegnati nel costante miglioramento del Rating ESG grazie a progetti di Facility, Asset, Energy Waste e HR management.
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