Maria Cecilia Hospital, il comfort alberghiero come valore aggiunto

Debora D’Amato è la responsabile del servizio hôtellerie della clinica di Cotignola: “Lavoriamo per garantire il miglior soggiorno, tanto che a volte i pazienti non ci percepiscono più come un ospedale”.

Cotignola, 1 dicembre 2011. - Da sempre il Maria Cecilia Hospital di Cotignola mantiene alta l’attenzione verso il comfort alberghiero, garantendo ai propri pazienti il miglior soggiorno e la massima privacy, grazie a camere con uno o al massimo due letti, provviste di bagno, tv e telefono, dove riservatezza e tranquillità sono assicurate. Nella clinica cotignolese l’attuale responsabile della cosiddetta hôtellerie è Debora D’Amato, lughese, una laurea in lingue nel cassetto, giunta un paio d’anni fa al Maria Cecilia Hospital dopo alcune esperienze professionalizzanti nel settore alberghiero, anche come direttore d’hotel: «Dopo aver lavorato per un certo periodo nei pressi di Modena, cercavo un’occupazione più vicina a Lugo. E una volta individuata l’opportunità di una nuova esperienza professionale al Maria Cecilia Hospital, l’ho colta al volo».

Dottoressa D’Amato, può spiegarci esattamente quali sono le sue mansioni? «In pratica mi occupo di tutta quella che è l’accoglienza del paziente relativa alla parte non strettamente sanitaria. Seguo le pulizie degli ambienti comuni e delle stanze di degenza, controllo come vengono presentati i pasti, verifico le divise del personale (ogni colore identifica una figura professionale), ma soprattutto mi occupo della comunicazione ai pazienti, informandolo dei servizi offerti dalla nostra struttura. Verifico poi la loro soddisfazione finale attraverso i questionari di gradimento, che esamino nella parte di mia competenza, quella relativa al comfort alberghiero. Infine, sulla base delle indicazioni fornite dai pazienti nei questionari, cerchiamo di elevare ulteriormente il nostro standard alberghiero».

Che percezione hanno i pazienti del Maria Cecilia Hospital?  «Va precisato che la clinica è come una piccola “cittadella” - dispone di un bar con ristorazione, un minimarket, una parrucchiera, una cappella religiosa ed altri piccoli servizi - frequentata quotidianamente da almeno 700/800 persone, fra pazienti, accompagnatori e personale. I pazienti apprezzano il fatto di trovarsi in un ambiente che non ricorda un ospedale, un po’ per le tinteggiature vivaci, un po’ per l’architettura moderna e innovativa. Ciò li aiuta ad affrontare in maniera più sollevata la loro condizione di ammalati, ma allo stesso tempo crea una forte aspettativa dal punto di vista alberghiero, alla quale diamo possibilmente le migliori risposte».

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