Disturbi dell'alimentazione: quali sono i segnali d'allarme

I disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (DNA), patologie complesse caratterizzate da comportamenti alimentari disfunzionali, sono in progressivo aumento.  Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, in Italia, sono circa 3 milioni le persone con questi disturbi, con un’incidenza maggiore nelle donne (90%) rispetto agli uomini (10%). Tuttavia, negli ultimi anni, si sta registrando un incremento anche nella popolazione maschile.

L'insorgenza dei disturbi alimentari è sempre più precoce, con casi in aumento già tra gli 8 e i 9 anni di età: fenomeno correlato a fattori come la precocità dello sviluppo puberale femminile e l’utilizzo diffuso dei social media, che possono esporre i giovani a parametri estetici idealizzati e non sempre realistici.

Riconoscere i segnali d'allarme è fondamentale per prevenire complicazioni gravi che sono la seconda causa di morte tra le ragazze di età compresa tra i 12 e i 25 anni (dati OMS).

Gli accessi al Pronto Soccorso per complicanze correlate ai DNA sono in costante aumento: tra i pazienti, negli adolescenti e negli adulti prevalgono i casi di bulimia, mentre nei bambini sotto i 14 anni sono più frequenti l’anoressia e i disturbi selettivi dell’alimentazione.

Le ospedalizzazioni per complicazioni fisiche causate da comportamenti estremi come digiuni prolungati, vomito autoindotto, abuso di lassativi o esercizio fisico eccessivo evidenziano la gravità di queste patologie, ma anche l'importanza di identificare tempestivamente i segnali d'allarme per una prognosi migliore.

I segnali d'allarme da non sottovalutare

Verificare se siamo di fronte all’insorgenza del disturbo alimentare è fondamentale per prevenire conseguenze più severe sul benessere psicofisico soprattutto di bambini e adolescenti.

I principali segnali di emergenza e segni fisici da non sottovalutare:
  • tono dell’umore instabile, pianto frequente, maggiore irritabilità, episodi di rabbia intensa e incontrollata, mancanza di comunicazione familiare e relazioni tese con i membri della famiglia;
  • riposo notturno interrotto da episodi di insonnia;
  • pensieri suicidari, comportamenti autolesivi (graffi, escoriazioni, bruciature, ecc);
  • dolori al torace, aritmie cardiache o forti dolori addominali;
  • svenimenti, perdita di coscienza;
  • stanchezza, difficoltà respiratorie;
  • edemi (gonfiori alle gambe), parestesie (sensazioni anomale, come formicolio, bruciore o prurito).
In presenza di questi segnali, è consigliato rivolgersi al pediatra, al medico di base oppure nei casi più urgenti al Pronto Soccorso per un’attenta valutazione clinica.

I disturbi alimentari richiedono un intervento tempestivo e un approccio multidisciplinare per una gestione efficace del paziente.

È fondamentale la cooperazione tra professionisti con competenze diverse, tra cui psicologi, pediatri, dietisti e psichiatri per una diagnosi precoce e per impostare un percorso terapeutico adeguato.
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