Crisi ipoglicemica: come riconoscerla e come intervenire quando si manifesta

Le persone affette da diabete, specialmente nei casi di diabete insulino-dipendente, possono manifestare crisi ipoglicemiche.

L’intervallo dei valori glicemici è normalmente compreso tra i 70 e i 110 milligrammi per decilitro (mg/dL): la crisi sopraggiunge quando il glucosio nel sangue scende al di sotto dei 70mg/dL, determinando ipoglicemia.
 
Se non trattata in tempo, la crisi ipoglicemica può avere conseguenze anche gravi sull’organismo e procurare danni cerebrali permanenti.
 
I sintomi possono evolvere molto velocemente da lieve malessere a grave confusione mentale o crisi di panico. Nella maggior parte dei casi, bastano alcuni semplici accorgimenti per scongiurare il verificarsi di una crisi o per trattarne una in atto senza particolari conseguenze.


Come si manifesta una crisi ipoglicemica?

I sintomi di ipoglicemia si manifestano raramente se i livelli di glucosio nel sangue sono superiori a 60mg/dL. La sensibilità alle variazioni glicemiche varia da individuo a individuo e dipende anche dalla rapidità con cui la concentrazione di glucosio cala.
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L’ipoglicemia può incorrere senza che la persona manifesti sintomi evidenti o che se ne renda conto. Questo avviene in particolare in coloro che convivono con il diabete da almeno 5 o 10 anni, sono spesso interessate da bassi valori di glucosio e assumono medicinali quali beta bloccanti per la pressione alta.
In questi casi di ipoglicemia incosapevole è fondamentale tenere monitorati i livelli di glucosio nel sangue con analisi frequenti e assicurarsi che i valori rientrino nei parametri, soprattutto prima di guidare o di fare sport.
 
Quando l’ipoglicemia non viene subito controbilanciata dall’assunzione di zucchero, si può incorrere in crisi ipoglicemica.
I sintomi della crisi  possono variare a seconda della persona, ma ne esistono di piuttosto comuni: tachicardia, tremore, sudorazione improvvisa, cefalea, sensazione di vertigini, fame e, nei casi di severa intensità, svenimenti, difficoltà ad articolare le parole, nervosismo o ansia, irritabilità o confusione, e persino convulsioni o coma.


Cosa può provocare la crisi ipoglicemica?

La crisi può essere causata da diversi fattori concomitanti al diabete, come:
  • una variazione nelle abitudini alimentari (scostamento di orario o diminuzione della dose di carboidrati; assunzione di troppi grassi o proteine);
  • uno sforzo fisico non preceduto da un’adeguato spuntino;
  • l’assunzione di una dose di insulina superiore a quella necessaria, o troppo lontana dagli spuntini (in questo caso si parla di “reazione insulinica” o “sensazione di tremore”);
  • l’assunzione di bevande alcoliche a digiuno (l’alcol può bloccare il rilascio epatico dello zucchero dai depositi);
  • alcune patologie epatiche come epatite virale, cirrosi o tumori che compromettono la funzione del fegato e nei riducono i depositi di zucchero; 
  • un ambiente molto caldo o umido;
  • la permanenza prolungata a un'altitudine molto elevata;
  • la pubertà;
  • le mestruazioni.
In alcuni casi, in situazioni rare, la crisi ipoglicemica può interessare anche persone non affette da diabete.


Quanto è pericolosa l’ipoglicemia?

Nei casi di ipoglicemia severa è necessario intervenire tempestivamente con somministrazione di zucchero o glucagone. Il cervello è particolarmente sensibile alla riduzione di zuccheri nel sangue e risponde a un calo di glucosio stimolando la secrezione di sostanze come adrenalina, glucadone e ormone della crescita, che agevolano la liberazione di dispersione di zucchero da parte del fegato.
Uno stato di ipoglicemia prolungato può comportare rischi per il sistema nervoso e determinare deficit neurologici focali e attacchi ischemici transitori, oltre che una maggiore predisposizione a possibili disfunzioni cognitive e demenza.
 
Anche gli eventi cardiovascolari possono essere inficiati da ipoglicemia, che causa attivazione delle piastrine, mobilizzazione dei leucociti e aumento della coagulabilità del sangue.


Crisi ipoglicemica: cosa fare?

Per prevenire crisi ipoglicemiche o favorire il pronto intervento in caso di calo glicemico le persone affette da diabete o quelle che soffrono di ipoglicemia possono:
  • assumere carboidrati a lento assorbimento durante la giornata (come pane o cracker);
  • Indossare un braccialetto che possa indicare la propria condizione sia a colleghi e amici, che al personale sanitario (il personale sanitario è formato per controllare sempre se una persona priva di conoscenza indossa qualche dispositivo per indicare diabete o altre patologie);
  • istruire almeno un membro della famiglia, un amico o un collega, perché possa intervenire con un’iniezione di glucagone in caso di crisi glicemica severa;
  • istruire almeno un membro della famiglia, un amico o un collega, perché possa misurare i valori di glicemia nel sangue e sappia intervenire in caso di calo sotto la soglia minima.
  • al manifestarsi dei primi sintomi di ipoglicemia bere una bevanda zuccherata o mangiare uno snack o delle caramelle;
  • testare i livelli di glucosio dopo dieci minuti dall’assunzione di zucchero e tenerli monitorati e - se i livelli di glucosio continuano a mantenersi bassi - mangiare un pasto che contenga carboidrati a lento assorbimento o bere un bicchiere di latte.


Come intervenire nell’immediato?

Chi ha frequenti contatti con una persona affetta da diabete o soggetta a ipoglicemia (familiari, colleghi, amici) dovrebbe conoscere alcune contromisure da adottare al manifestarsi della crisi, in modo da scongiurare danni cerebrali o ad altri organi. 

Perché somministrare zucchero: i sintomi dell’ipoglicemia migliorano entro pochi minuti con l’assunzione di zucchero. Lo zucchero può essere somministrato sotto forma di zollette, caramelle, o anche succhi di frutta o bevande dolci.  


Quando la crisi fa perdere conoscenza

Se la persona con crisi ipoglicemica in corso sviene o perde conoscenza è ancora più importante intervenire tempestivamente:
  • sistemare la persona in posizione laterale di sicurezza (bocca rivolta verso il basso, mento rivolto leggermente verso l’alto, braccia e gambe incrociate, colonna vertebrale allineata) e non inserire nulla in bocca, per evitare il soffocamento.
  • se l’iniziezione di glucagone è disponibile, effettuarla immediatamente.
  • contattare immediatamente i soccorsi anche dopo avere effettuato l’iniezione di glucagone. Se la persona è priva di conoscenza, possono volerci fino a quindici minuti dalla somministrazione di glucagone perché si riprenda. Se entro quindici minuti la persona è ancora priva di sensi, è possibile procedere con una seconda iniezione.
  • una volta che la persona è cosciente e in grado di deglutire, somministrare una fonte di zucchero a veloce assorbimento (soft drink o succhi di frutta) e poi una fonte di zucchero a lento assorbimento (crackers o pane).
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Revisione medica a cura di: Dott.ssa Cecilia Ragazzini
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