Soffio al cuore: come e quando si presenta
24 gennaio 2022
Assai più frequente di quanto non si creda, il soffio al cuore corrisponde al tipico suono simile a un fruscio o una vibrazione, non presente in condizioni regolari, che accompagna il passaggio del sangue dal muscolo cardiaco all’arteria. Non sempre è fonte di preoccupazione, ma in alcuni casi può anche rivelare la presenza di una patologia.
Soffio al cuore: cos’è
Il soffio al cuore non è di per sé una patologia ma più un segno diagnostico. Esistono infatti due tipologie di soffio al cuore: patologico o organico, ovvero legato a un’anomalia della struttura del cuore o dei vasi sanguigni, oppure innocente o funzionale, quindi presente in un cuore assolutamente sano.
Esistono inoltre tre soffi al cuore distinti a seconda della fase in cui si manifestano:
- sistolico (durante la contrazione del cuore)
- diastolico (durante la fase di rilassamento)
- continuo o sisto-diastolico (durante l’intero ciclo cardiaco).
Il soffio al cuore nei bambini
Le percentuali dei soggetti coinvolti in questa fascia d’età variano dal 50 al 60 per cento: il soffio al cuore nei bambini è una manifestazione più che diffusa. Ma in buonissima parte di questi casi, non c’è niente di allarmante: oltre a non dare sintomi particolari, il soffio al cuore tende a scomparire in autonomia. La diagnosi risulta anche più facile nei pazienti giovanissimi, il cui torace è più piccolo e sottile e il cui cuore si trova quindi più vicino allo stetoscopio. Inoltre, sospinta da una frequenza cardiaca che può raggiungere i 120-140 battiti al minuto, la circolazione sanguigna nei bimbi è più veloce rispetto a quella degli adulti: ecco perché è più semplice individuare queste turbolenze nel flusso. Il soffio al cuore nel neonato potrebbe certamente evolversi in modo naturale con la crescita, processo che per sua natura interessa anche il muscolo cardiaco, ma merita comunque di essere oggetto di accertamenti per scongiurare la presenza di patologie. Ecco perché è importante considerare il ruolo di una visita cardiologica specialistica in strutture specializzate, così da comprendere l’esatta natura del disturbo e definire la migliore strategia.
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