MOC a ultrasuoni: come funziona
La
MOC (Mineralometria Ossea Computerizzata) con l’utilizzo di raggi X (tecnica DEXA) è un esame strumentale che porta vantaggi essenziali: misura la densità minerale delle ossa ed è
l’unico tipo di test che permette di diagnosticare con esattezza l’osteoporosi. È però disponibile un’altra tipologia di MOC, che non fa uso di radiazioni (per quanto minime) e impiega
gli ultrasuoni.
A cosa serve la MOC a ultrasuoni e per chi è indicata
Prima di tutto, è bene ricordare che la MOC a ultrasuoni non supporta la diagnosi di osteoporosi e quindi nemmeno il monitoraggio del trattamento, che resta un’altra preziosa funzione della MOC/DEXA. Ma l’utilizzo di ultrasuoni rende questa tecnica efficace
nella valutazione e nel monitoraggio del rischio di fratture ossee, che costituiscono la conseguenza più seria dell’osteoporosi.
Inoltre, è
ripetibile più volte nel tempo e molto indicata per le donne in gravidanza, che a causa del loro stato non possono esporsi a radiazioni.
Come si esegue la MOC a ultrasuoni
Detta anche
ultrasonometria ossea quantitativa (QUS) o densitometria ossea ecografia, la MOC a ultrasuoni è una metodica assolutamente
indolore e non invasiva. È facile da eseguire, in quanto implica l’utilizzo di uno strumento portatile, l’ultrasonometro. In genere, l’applicazione più frequente di questa metodica è
sul calcagno del piede, ma la MOC a ultrasuoni lavora anche
sulle falangi e sull’avambraccio. Il motivo è presto detto: si tratta delle componenti scheletriche con una
struttura ossea paragonabile a quella dei siti ossei più interessati dall’osteoporosi, ovvero
vertebre e femore. I dati relativi alla densità minerale che ne risultano saranno quindi
utili a predire il rischio di fratture. L’ultrasonometria si esegue con questi step: il paziente rimuove calze o calzini da un piede, che resta completamente nudo; il piede viene vaporizzato con alcool, che faciliterà la conduzione degli ultrasuoni; il paziente posiziona quindi il piede sullo strumento. Il procedimento è semplice e molto veloce (circa una decina di secondi), e agevolato dall’immobilità del paziente.
Non vi sono particolari controindicazioni a questo esame, se non la presenza di ferite sul piede, che potrebbero provocare lo sviluppo di infezioni.
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