Avere un gatto fa bene alla salute, ma attenzione alle allergie

Sono circa 7.5 milioni i gatti domestici in Italia (dati Censis). Avere un felino in casa fa bene alla salute, come hanno dimostrato diversi studi scientifici. Tuttavia, bisogna fare attenzione ad eventuali allergie e, soprattutto per le donne in gravidanza, alla toxoplasmosi.

Perché avere un gatto fa bene alla salute

Secondo diverse ricerche, il contatto con un felino fa bene alla salute e arreca numerosi vantaggi.
In primo luogo, è un antidepressivo, consigliato sia per chi soffre di disturbi psicologici che di patologie neurodegenerative come per esempio il morbo di Alzheimer.
In seconda battuta, sembrerebbe che la frequenza delle fusa del gatto sia particolarmente benefica per l’organismo umano: potrebbe favorire il rilassamento e la vasodilatazione, incidendo positivamente sulla qualità del sonno, sullo stress e sul rischio di patologie cardiovascolari.
Infine, sembrerebbe che il contatto continuativo con un felino possa ridurre anche il rischio di sviluppare un’allergia “al gatto”.

L’allergia al gatto: cosa c’è da sapere

Circa un adulto su cinque sviluppa nel corso della vita una sensibilità ad alcuni allergeni presenti nel pelo, nel siero, nell’urina e nella saliva del gatto.
Quando l’allergia non provoca reazioni troppo violente, però, si può comunque tentare di mantenere la convivenza, adottando alcune precauzioni.

I sintomi

I sintomi più comuni dell’allergia al gatto sono:
  • Starnuti
  • Rinite
  • Tosse
  • Asma
  • Congiuntivite
  • Prurito e arrossamento della pelle
  • Nei casi più gravi, shock anafilattico.

Come si accerta

Come avviene per le altre allergie comuni, anche quella al gatto viene diagnosticata nel corso di una visita allergologica e nello specifico tramite il prick test. Durante questo esame il medico pone una goccia di liquido contenente l’allergene sospetto sulla cute del paziente. Se si crea una bolla, simile a una puntura di insetto, l’allergia è confermata.

Si può convivere con un gatto anche se si è allergici?

Non bisognerebbe sottovalutare un’allergia, dal momento che può provocare conseguenze importanti per l’organismo, soprattutto in caso di shock anafilattico. Dal punto di vista medico, evitare il contatto con l’allergene sarebbe la scelta più indicata.
 
Molte persone però non riescono proprio a rinunciare alla compagnia del proprio felino. In alcuni casi, da vagliare attentamente con l’allergologo, si può tentare una convivenza seguendo alcune norme precauzionali:
  • Cercare di tenere il gatto il più possibile fuori di casa e mai in camera da letto;
  • Evitare tappeti, tendaggi, divani imbottiti non lavabili dove possono accumularsi gli allergeni;
  • Pulire e arieggiare frequentemente la casa;
  • Rimuovere il pelo del gatto dagli indumenti e dai divani con un rullo adesivo;
  • Seguire le terapie prescritte dal medico e avere sempre a portata di mano antistaminico o, quando necessario, spray per l’asma.

La toxoplasmosi: 5 precauzioni in gravidanza

La toxoplasmosi è un’infezione dovuta a un parassita molto spesso presente nel gatto. Nell’umano le infezioni da toxoplasmosi sono spesso asintomatiche e innocue. Tuttavia, se il patogeno viene contratto per la prima volta durante la gravidanza, può esporre il feto a rischi significativi. Per questo molte donne che hanno un gatto, si trovano a dover rinunciare, almeno per il periodo della gravidanza, al proprio felino. Il primo consiglio è quello di eseguire l’esame del sangue utile per scoprire se si è già state infettate dal toxoplasma gondii perché in questo caso i rischi diminuiscono.
 
Occorre poi ricordare che la maggiore fonte di rischio è il contatto con le feci del gatto, per questo è molto importante usare alcune precauzioni, come:
  • Delegare ad altri il compito di pulire la lettiera e lavarla frequentemente con acqua bollente. Se non è possibile delegare, allora andrebbero indossati guanti e mascherina
  • Evitare attività di giardinaggio per non entrare accidentalmente in contatto con escrementi di animali, terra ecc. Oppure, anche in questo caso, svolgere le attività indossando guanti e mascherina
  • Lavare accuratamente le mani e i vestiti dopo ogni contatto con il felino
  • Evitare che il gatto salti su piani di cottura, piani di appoggio in cucina e tavoli da pranzo
  • Assicurarsi che il proprio gatto non mangi carne cruda e non vada a “caccia” di topolini, uccelli e altri piccoli animali. Altrettanto importante è evitare che entri in contatto con altri gatti, soprattutto quelli randagi.
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