Certificati gli impianti di Valvole Percutanee TAVI in quattro strutture di GVM

Città di Lecce Hospital, Maria Cecilia Hospital (Cotignola), Maria Pia Hospital (Torino) ed Anthea Hospital (Bari) sono le quattro strutture di GVM Care & Research, gruppo sanitario fondato e presieduto da Ettore Sansavini, che hanno ottenuto la certificazione per gli impianti di Valvole Percutanee TAVI, un innovativo metodo “salvavita” non chirurgico rivolto soprattutto ai pazienti affetti da Stenosi Aortica Severa che, per diverse ragioni, non sono operabili a cuore aperto. La valvola aortica ha il compito di aprirsi durante la contrazione del cuore e richiudersi subito dopo, per impedire che il sangue defluisca all’indietro. Tuttavia a volte nell’anziano, specie nelle persone che hanno superato i 75 anni d’età, si assiste gradualmente al restringimento del cosiddetto “anulus mitralico”, l’anello circolare di tessuto fibroso sul quale si inseriscono i lembi valvolari: in questo caso siamo appunto in presenza di una Stenosi, per risolvere la quale, anche nei casi più severi, si interviene con tecniche sempre meno invasive, come appunto la TAVI.

«La “Transcatheter Aortic Valve Implantation”, ovvero l’impianto di valvola aortica transcatetere, è una procedura innovativa di grande rilevanza per la sopravvivenza di molte persone – spiega il dottor Fausto Castriota, coordinatore di tutti i laboratori di Emodinamica di GVM Care & Research – Alcuni studi scientifici hanno dimostrato una riduzione significativa della mortalità ad un un anno dall’intervento nei pazienti trattati con TAVI, rispetto ad esempio alla tradizionale valvuloplastica aortica con pallone. Un vantaggio importante consiste nella ridotta invasività dell’intervento, che viene effettuato in anestesia locale e consente mediamente le dimissioni del paziente nel giro di tre o quattro giorni».

L’impianto di una Valvole Percutanee TAVI viene eseguito nei laboratori di Cardiologia Interventistica ed Endovascolare: la procedura consiste nell'introdurre nel sistema vascolare (nella maggior parte dei casi tramite accesso femorale percutaneo, con un foro largo meno di un centimetro) un piccolo catetere sul quale è fissato uno stent con la valvola artificiale che, percorrendo i vasi sanguigni, raggiunge il cuore e la parte danneggiata. A quel punto viene rilasciata la TAVI, che si apre all’interno della valvola aortica originale e la sostituisce immediatamente nelle sue funzioni, scongiurando così un intervento chirurgico molto invasivo.

Recenti dati statistici in Italia indicano per i pazienti trattati con la TAVI una sopravvivenza ad un anno superiore all’80 per cento, una percentuale migliore di qualsiasi altra procedura fin qui utilizzata. E il numero di decessi continua ad assottigliarsi, sia grazie all’affinamento tecnologico delle valvole utilizzate, sia grazie alle capacità operative delle equipe impiegate, che rendono sempre più efficace e sicuro l’intervento anche su pazienti particolarmente in gravi condizioni.

«L’impianto di una Valvola Percutanea TAVI viene effettuato da un “heart team” composto da esperti di emodinamica, cardiochirurghi e cardioanestesisti – riprende il dottor Castriota - I centri che trattano i propri pazienti con questo metodo possono essere certificati da una commissione di esperti, dopo un determinato numero di casi trattati, se vengono rispettati con rigore certi criteri e parametri. Durante il 2013 GVM Care & Research ha completato questo percorso nelle sue strutture ospedaliere di Torino, Cotignola, Lecce e Bari. Un risultato positivo anche dal punto di vista geografico, considerando che riusciamo ad assicurare questo tipo di intervento sostanzialmente su tutto il territorio nazionale, dal nord al sud».

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