Fuoco di sant’Antonio: cos’è e come curarlo

Il fuoco di Sant’Antonio è una patologia provocata dall’Herpes Zoster, lo stesso virus della varicella, in soggetti che hanno già contratto il virus ma si trovano in un momento di stress o immunodeficienza.

Si tratta di una patologia virale che si manifesta con un un forte bruciore delle terminazioni nervose e poi un’eruzione cutanea caratterizzata da vescicole da un solo lato del corpo. Esistono anche forme senza eruzione cutanea, più difficili da diagnosticare. 

Il virus Herpes Zoster che provoca la malattia è capace di distruggere le cellule che attacca e le cellule nervose sono un bersaglio preferito. Quindi trasmettono al cervello un impulso di dolore forte e costante, che “brucia”.


Cosa c’entra con la varicella?

L’Herpes Zoster è lo stesso patogeno che causa la varicella. Nei soggetti che sono stati infettati, può rimanere per anni “nascosto” nei gangli nervosi per poi riattivarsi in momenti di stress, sotto forma del fuoco di Sant’Antonio.
Il meccanismo è lo stesso che sperimentiamo con un parente dell’Herpes Zoster, cioè l’Herpes Simplex, che di tanto in tanto torna a manifestarsi con eruzioni sulle labbra, nel naso ecc.


Che cosa lo scatena?

Lo stress, un periodo anche limitato di immunodeficienza, l’assunzione di farmaci che sopprimono il sistema immunitario: queste le condizioni che danno all’Herpes Zoster l’opportunità di riattivarsi.


Il fuoco di Sant’Antonio si trasmette da persona a persona?

Chi ha già avuto la varicella non contrae il fuoco di Sant’Antonio per contagio. Invece chi non ha avuto la varicella, se entra in contatto con una persona affetta dal fuoco di Sant’Antonio, può sviluppare la varicella come esito dell’attacco dell’Herpes Zoster.
Il contagio avviene soprattutto dal contatto con le vescicole cutanee, che sono molto virulente.


Cosa fare se si sviluppa il Fuoco di Sant’Antonio?

La terapia farmacologica è la seguente:
  • farmaci antivirali entro 48 (massimo 72) ore dai primi sintomi. Un intervento tempestivo impedisce al virus di replicarsi ulteriormente. Se non si interviene tempestivamente è comunque necessario assumere gli antivirali per evitare le complicazioni;
  • terapia antibiotica topica sulle vescicole, soprattutto per evitare infezioni;
  • antidolorifici (lo standard è il paracetamolo) per ridurre la sintomatologia dolorosa che è molto significativa.
Ai farmaci si possono abbinare degli integratori per favorire il recupero delle difese immunitarie, soprattutto integratori a base di vitamina C.

Trattare adeguatamente il Fuoco di Sant’Antonio è fondamentale per scongiurare una complicanza nota come “nevralgia posterpetica”.  Il dolore tipico del fuoco di Sant’antonio diventa cronico e incontrollabile, con conseguenze spesso invalidanti sia sul piano fisico che emotivo. Un quadro ancora più grave si ha se la nevralgia si sposta dai nervi periferici verso il sistema nervoso centrale, con un impatto decisamente negativo su tutto lo stato di salute del paziente. Se si manifestano queste complicazioni è assolutamente necessario rivolgersi ad un neurologo.

Inoltre, va fatto presente che la prevenzione è sempre il miglior strumento per tutelare la salute. Nel caso del Fuoco di Sant'Antonio o Herpes Zoster, essendo una patologia frequente e debilitante, sono state attuate a livello regionale delle campagne grautite di vaccinazione per persone solitamente sopra i sessantacinque anni di età. Si invita a verificare con il proprio medico curante.
 
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