Caregiver: padri e figli partner nella prevenzione
Se oggi
i papà si fanno carico anche del ruolo di caregiver verso i figli (un ruolo prima associato quasi esclusivamente alla figura materna), è anche vero che, in età adulta,
sono i figli a diventare punto di riferimento per i padri anziani, anche per quanto riguarda la salute. Un legame che può trasformarsi in
complicità e sostegno reciproco per quanto riguarda la prevenzione delle patologie dell’anziano.
Le fragilità e le patologie degli anziani
Gli anziani sono inclini a manifestare diverse problematiche e patologie legate all’età, sia sul piano fisico che psicologico.
Anche nei soggetti in salute sono frequenti
malesseri, colpi di calore, cali delle difese immunitarie ecc. A queste fragilità si aggiunge il rischio di sviluppare patologie vere e proprie, ad esempio in ambito neurologico (
Parkinson,
Alzheimer ecc), cardiovascolare, urologico, muscolo-scheletrico (ad esempio
l’artrosi), psicologico (depressione senile) ecc.
Non sempre è facile distinguere l’esordio di una patologia da un malessere benigno legato all’età.
La prevenzione, svolta con controlli periodici, è quindi importante per
tenere sotto controllo il quadro clinico della persona anziana, monitorare attivamente eventuali rischi o sospetti, e trattare precocemente le patologie.
Se le donne sono più abituate a tenere monitorata la propria salute, negli uomini si registra una maggior resistenza a sottoporsi a visite mediche e parlare delle proprie problematiche. Dunque, che cosa possono fare i figli per accompagnare i padri nei percorsi di prevenzione?
Tre consigli per fare prevenzione insieme
In molti ambiti, e soprattutto in cardiologia e urologia,
la prevenzione maschile dovrebbe iniziare tra i 40 e i 50 anni. Per questo,
un primo consiglio utile per assicurarsi che un papà anziano si sottoponga alle visite periodiche può essere quella di diventare “partner” negli appuntamenti con la prevenzione. Ad esempio? Accompagnandolo, ove possibile, nel momento delle visite come le analisi del sangue o gli esami di controllo.
Quando le esigenze non coincidono, si può comunque essere presenti e sostenere il genitore anziano nei percorsi di prevenzione.
Ecco che
un secondo consiglio può essere quello di informarsi sul parere dei medici e sulle terapie da seguire. I figli, infatti, in quanto caregiver, hanno il compito delicato di sorvegliare che le terapie farmacologiche vengano seguite secondo le prescrizioni, sia nei dosaggi che nelle tempistiche.
Infine, è possibile
mettere in pratica alcuni trucchi per
aiutare i genitori anziani a ricordare di prendere i farmaci, anche quando non si è fisicamente presenti. Ad esempio? Organizzare i portapillole, lasciare dei promemoria scritti, o impostare delle sveglie sul cellulare dell’anziano. Altrettanto importante è assicurarsi che i farmaci scaduti vengano gettati e che quelli che stanno terminando siano riacquistati per tempo, per evitare di dover interrompere la terapia.
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