Extrasistole e ansia: una correlazione continua
L’
extrasistole è una delle più comuni forme di
aritmia cardiaca, ma la sua origine non è scontata e anche le caratteristiche variano da persona a persona. In alcuni casi, è possibile individuare precise patologie all’origine, che talvolta coinvolgono proprio il cuore. Ma in altre situazioni, l’insorgere di extrasistoli è da ascrivere a fattori che possono essere di natura psicologica o comportamentale come ansia, consumo eccessivo di caffè, the o altre bevande stimolanti a base di caffeina ma anche dalla stanchezza.
Il ruolo dei sintomi
Un’extrasistolia sintomatica può creare la sensazione del proverbiale “tuffo al cuore” o “cuore in gola”. Inoltre, se le extrasistoli sono legate a disturbi più gravi, possono comparire sintomi ancora più invalidanti: dispnea, affaticamento, dolore al petto, ecc. Tutto questo può influire negativamente sul benessere e
generare ansia. Ma può essere a sua volta
l’ansia stessa la causa principale dell’aritmia extrasistolica, in un potenziale circolo vizioso.
Come si associano le extrasistoli e l’ansia
Le
extrasistoli da ansia non sono affatto infrequenti. Al contrario, la loro comparsa è più che coerente. Durante uno stato ansioso, l’organismo produce adrenalina, un ormone che induce cambiamenti nel nostro corpo e nella nostra mente predisponendoci a reagire al pericolo imminente: contrazione muscolare, aumento del battito cardiaco che in questo modo può trasportare più ossigeno.
Questo meccanismo è legato alle due principali reazioni che fin dai tempi antichi venivano stimolati dalla paura: attacco o fuga.
Se quindi
la frequenza cardiaca aumenta per velocizzare il trasporto di ossigeno nel sangue,
è più facile che si manifesti un’extrasistole per l’ansia. Può accadere ad esempio a seguito di un trauma, dopo il quale la persona si trova in una condizione di ansia reattiva: tempi e modi di reazione sono assolutamente soggettivi, sia nella mente che nel corpo.
A volte può venirsi a creare un circolo vizioso in quanto se l’extrasistole è fonte di preoccupazione e ansia si rischia che nel percepirla si vada a porre eccessiva attenzione e allarmismo a ogni potenziale segnale.
Come reagire?
Innanzitutto, è fondamentale cercare di gestire lo stato d’ansia per evitare che si amplifichi eccessivamente. È utile concentrarsi sul controllare la respirazione e rallentare la velocità così da indurre l’organismo a ritrovare uno stato di quiete.
Il miglior consiglio però è sempre quello di rivolgersi al proprio medico di base e in seguito al cardiologo: durante la
visita cardiologica, sarà possibile esporre la problematica, senza trascurare di aprirsi riguardo a eventi che possono aver influito sul proprio stato emotivo. Una volta conosciuta la storia clinica del paziente, il medico potrà valutare la relazione extrasistole e ansia. Nel caso sussistano comunque incertezze sulla diagnosi, verranno prescritti esami diagnostici per fugare qualsiasi dubbio su eventuali altre patologie presenti. Gli esami più frequenti sono:
elettrocardiogramma (ECG) a riposo o sotto sforzo, ecocardiogramma-color-Doppler, holter cardiaco.
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