Tavola rotonda sulla ematuria organizzata da G.B. Mangioni Hospital

Venerdì 4 dicembre, dalle ore 18 alle ore 21,  presso la Sala Convegni dell’Unione Industriale di Lecco, si tiene una tavola rotonda  promossa da G.B. Mangioni Hospital, ospedale di GVM Care & Research accreditato con il Servizio Sanitario Nazionale, dal titolo “Ematuria: iter diagnostico e confronto tra il medico di Medicina Generale e l’Urologo”.

Al centro dell’incontro “il processo diagnostico condiviso attraverso le conoscenze scientifiche codificate, con l’obiettivo di proporre ai pazienti un percorso coordinato ed integrato tra medico di base ed Urologo”.
Un approccio multidisciplinare in grado di selezionare le informazioni trasmesse dallo specialista al paziente, e perciò utili anche al medico di famiglia, capace di offrire un dialogo costante tra i professionisti coinvolti.
 
Tra i relatori del convegno figurano lo specialista in Urologia dott. Roberto Galdini sul tema “Quando e come deve intervenire l’urologo”, il radiologo dott. Guido Columbaro con un intervento sulla Diagnostica per immagini (radiologia tradizionale, TC, ecografia, Risonanza), la dott.ssa Rita Stefano Caldarelli, laboratorista, che parlerà della lettura alla lente d’ingrandimento dell’esame delle urine e, infine, di scelte diagnostiche primarie discuterà il medico di Medicina Generale dott. Mauro Somaschi.      
 
Ma cos’ è l’ematuria? L’ematuria è la presenza di sangue nelle urine. Le patologie associate più frequentemente a tale disturbo possono essere di natura infiammatoria (a carico di reni, della vescica e delle vie urinarie), o correlate a calcolosi, soprattutto nelle donne in concomitanza a crampi e dolori lombari, e neoplasie come il tumore alla vescica (colpisce il 30% dei pazienti di sesso maschile).

Inoltre a provocare ematuria ricorrente patologie quali tubercolosi, cistite, prostatiti, adenomi prostatici, e, per quanto riguarda i pazienti cardiopatici, l’utilizzo di farmaci anticoagulanti;  sono stati riscontrati un certo numero di casi anche negli atleti impegnati in discipline come la maratona o il ciclismo agonistico.   Può considerarsi quindi il sintomo anche di patologie molto gravi che occorre studiare attraverso un opportuno percorso diagnostico, indispensabile ad orientare, se indicato, il successivo trattamento farmacologico o chirurgico. Le tecniche più diffuse e innovative disponibili sono l’ecografia renale, vescicale e prostata, l’uretrocitoscopia, l’ureteropieloscopia, la TC dell’addome e delle pelvi e la RMN: si tratta di accertamenti da prescrivere in modo appropriato e consapevole. 
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