Covid-19 e test diagnostici: quali sono e quando si usano

I test diagnostici per l'infezione da Sars-COV-2 sono determinanti per la gestione tempestiva del virus. Solo in questo modo, infatti, è possibile supportare il tracciamento dei positivi, rilevare anche i casi asintomatici e determinare una riduzione dell’avanzamento della pandemia.

I test attualmente utilizzati per la diagnosi da SARS-COV-2 sono di 4 tipi:
  • Test molecolare
  • Test rapido antigenico
  • Test sierologico
  • Test salivare
Questi test hanno delle differenze in base alla modalità di prelievo, al tipo di analisi, all’affidabilità e al tempo di risposta.
 

Test molecolare


Il metodo è invasivo, ma si tratta della tecnica diagnostica che, allo stato attuale, è ritenuta più affidabile.
Viene effettuato il prelievo di un campione naso-faringeo tramite l’utilizzo di un tampone: l’obiettivo è quello di evidenziare su questo reperto la possibile presenza del materiale genetico del virus, anche noto come RNA o acido ribonucleico. La presenza dei frammenti di questo materiale genetico indica la positività al nuovo Coronavirus.
È il test attualmente più attendibile per sapere se il paziente è entrato in contatto con il virus, tanto che viene utilizzato anche a convalida di un eventuale risultato positivo ottenuto con altre metodiche diagnostiche.

Il test molecolare richiede in media dalle 2 alle 6 ore dal momento in cui il campione viene analizzato in laboratorio.
 

Test rapido antigenico


Come nel caso del test molecolare, anche nel test rapido antigenico il campione da analizzare si preleva tramite un tampone naso-faringeo. Tuttavia, in questo caso, si ricercano gli antigeni, ossia le proteine virali in grado di legarsi agli anticorpi.
La peculiarità di questo metodo è la velocità di risposta per i risultati, ossia solo 15 minuti. Tuttavia, è meno affidabile e preciso del test molecolare: infatti può produrre dei falso-negativi (quando la carica virale è bassa) e, nel caso di positività al tampone rapido, si deve comunque effettuare un tampone molecolare per confermare i risultati del test antigenico.

Per queste caratteristiche, il test rapido antigenico è molto utile se utilizzato per uno screening rapido su grandi numeri, come ad esempio porti e aeroporti.
 

Test sierologico


Mentre il test molecolare e il test antigenico analizzano reperti organici prelevati dal naso e dalla gola, il test sierologico necessita di un campione di sangue.
Inoltre, a differenza dei tamponi, il test sierologico non rileva la presenza di materiale genetico del virus, bensì la presenza di anticorpi che il soggetto potrebbe aver sviluppato dopo essere entrato in contatto col virus stesso.

Gli anticorpi che possono essere rilevati con il test sierologico sono di due tipi:
  • le IgM (le immunoglobuline di tipo M), che sono la prima risposta dell’organismo quando entra in contatto con un’infezione. Se sono presenti le IgM, il soggetto in questione ha contratto il virus, che è ancora nella sua fase attiva.
  • le IgG (le immunoglobuline di tipo G), prodotte dall’organismo dopo le IgM: indicano che il soggetto è stato in contatto col virus, ma che questo non è nella sua fase acuta. Le IgG sono quegli anticorpi che segnalano l’immunità ad un determinato agente infettivo, anche se, nel caso del Covid-19, non è ancora stata dimostrata l’acquisizione di un’immunità permanente.

Il test sierologico può essere di due tipi: qualitativo e quantitativo.

Il qualitativo ricerca se vi sono degli anticorpi nel sangue e di che tipo sono (IgM e/o IgG). Per questa analisi basta una goccia di sangue, e i tempi di risposta sono molto rapidi (15 minuti circa).

Se il sierologico qualitativo risulta positivo, si passa al sierologico quantitativo, che necessita di una quantità maggiore di sangue da analizzare (tramite prelievo venoso) e determina la quantità di anticorpi presenti nell’organismo.

Per quanto il test sierologico sia affidabile, un risultato positivo rimanda comunque alla conferma di un ulteriore test molecolare. La superiorità di quest’ultimo, infatti, sta nel rilevare la presenza di materiale genetico del virus all’interno dell’organismo: questo è l’unico modo per capire se il virus è ancora in azione e, dunque, deleterio per il soggetto ospite e infettivo per gli altri.
 

Test salivare: un esame ancora in fase di miglioramento


Oltre ai precedenti tipi di test, è necessario menzionare il test salivare, che mira ad utilizzare come campione proprio la saliva, in cui vengono ricercate tracce del virus.

Anche il test salivare, come il tampone, può essere molecolare e antigenico.

Il test salivare molecolare rileva il materiale genetico del virus e richiede un’analisi complessa che, attualmente, può essere effettuata solo in laboratorio, allungando di molto i tempi di risposta.

Il test salivare antigenico, invece, è più rapido. Viene elaborato nell’arco di una decina di minuti, e ricerca nella saliva le proteine di superficie del virus.

A causa della densità variabile della saliva, questo esame si rivela meno affidabile rispetto agli altri. Tuttavia, essendo il test meno invasivo e più economico, ulteriori miglioramenti potranno renderlo più attendibile, permettendo di utilizzarlo su larga scala.
 
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